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Convento e recinto

Il convento di Anticoli di Campagna (così si chiamava Fiuggi fino al decreto regio n. 935 del 10 agosto 1911) è uno dei primi abitati dai Frati Minori Cappuccini della Provincia Romana ed è situato ai piedi di una collina facente parte degli Ernici, chiamata il Monte, presso il piede di Santa Iusta, in una valletta denominata Campanica divisa dal fosso di scolo delle acque piovane da quella detta il Pozzo, che indica più genericamente tutta la zona (forse per la presenza del cosiddetto “pozzo fracicale”, una grotta carsica di cui è franata la volta) un paio di chilometri fuori del paese antico, salendo verso gli Altipiani di Arcinazzo.

Il nucleo più antico del Convento risale alla fine del 1100 un edificio di proprietà dei Monaci Benedettini dell’Abbazia di S. Scolastica di Subiaco. Di quel periodo rimangono delle scale in pietra del primitivo ingresso, un pozzo e cisterne costruite con blocchi di pietra squadrati e sovrapposti, resti della chiesetta intitolata alla “Madonna delle rose”, attualmente inglobati nel coro.

Con una Bolla del 20 maggio 1451 Papa Nicolò V assegnò all’Ordine dei Frati Minori Conventuali l’ospedale annesso alla chiesa di Santa Maria della confraternita dei Disciplinati, che nel frattempo quindi aveva avuto la proprietà del sito, disponendo di effettuare nuove costruzioni per renderlo un convento dignitoso, e annettendo alla visita dei fedeli veramente pentiti e confessati alla chiesetta nella festa di San Francesco un’indulgenza di un anno e di una quarantena a beneficio delle loro penitenze. Il 27 maggio 1471, dopo lavori di restauro e di ampliamento, fu inaugurata la nuova Chiesa intitolata alla Madonna del Monte e intorno all’antico pozzo sorse una piccola struttura conventuale.

Ai primi del 500 tutti i conventuali di quella comunità si risolsero a prendere l’abito dei Cappuccini, già Frati Minori della vita eremitica, riforma francescana iniziata dal frate conventuale Matteo da Bascio, approvata da Papa Clemente VII con la Bolla Religionis zelus il 3 luglio 1528, e il convento compare già nella lista di quelli della Provincia Romana abitati nel 1535. Con i Cappuccini la chiesetta prende il nome di S. Maria in Campanica (o di campagna).

Il 12 settembre 1537 vi muore, in fama di santità, durante la sacra visita il Venerabile frà Francesco Titelmans da Hasselt (Limbourg in Belgio), succeduto come Vicario Provinciale a frà Simone da S. Angelo. Nel gennaio febbraio 1544 vi arrivò per trascorrervi l’anno di noviziato, accompagnato dal suo maestro frà Bonifacio da Anticoli, frà Felice da Cantalice, che per motivi di salute dopo circa sei mesi verrà trasferito nel Convento di Monte San Giovanni Campano. Sarà il primo Frate Cappuccino a venire dichiarato santo. Sempre nel secolo XVI, nel 1572, vi esercitò l’ufficio di superiore un altro frate morto in fama di santità: il Venerabile frà Francesco da Bergamo, maestro di spiritualità.

Nel 1626 sotto la cura di frà Luca da Sezze il convento venne ampliato di nuove stanze. Dall’indagine seguita alla bolla Inter coetera di Innocenzo X, del 17 dicembre 1649, allo scopo di accertare lo stato del personale e dell’autosufficienza economica delle case religiose, il Convento di Anticoli risulta avere 20 celle, una chiesa mediocre, da poveri, un orto fino a prova contraria di proprietà della Sede Apostolica, nessuna entrata e proprietà di beni stabili, vi abitano 8 frati. Soppresso il 15 giugno 1660 a seguito della bolla Instaurandae regularis, del 1652, e affidato dal Vescovo di Anagni Pier Francesco Filonardi all’Arciprete della collegiata di S. Pietro Don Carlo Somaggi, fu ripristinato da Clemente IX nel 1667.

Nel 1720 Clemente XI concesse il privilegio che per ogni messa celebrata all’Altare maggiore del Convento un’anima venisse liberata dalle pene del purgatorio, privilegio dato da Pio IX all’altare dell’Addolorata (1853) e alla venerazione della stessa immagine (1856)

Nel 1721 vi furono lavori di miglioria e venne trasformata in cappella la stanzetta ricordata come quella abitata da San Felice. Il 20 gennaio 1769 ai Cappuccini venne concesso dalla S. C. dei Vescovi e Regolari il diritto di questuare.
Dal 1810 al 1814 vi fu una nuova soppressione ad operare del Governo Imperiale francese. Una stima del 1811 dava una valutazione del Convento di 300 scudi e i beni rustici risultavano affittati ad un certo signor Vinciguerra.

Il 19 luglio 1832 la comunità di Anticoli concesse ai frati per uso di recinto un pezzo di terreno montuoso e pascolivo. Nel 1863 vi fu istituito con il lettore frà Basilio Cannone da Alatri uno studentato di filosofia.
Nel 1870 il Convento fu soppresso per la terza volta ad opera del Governo italiano.
I frati dopo aver dimorato in un’ala di palazzo Falconi e nella casa del Sindaco, poterono tornarvi nel 1876 pagando fino al 1879 un affitto di 405 scudi e riacquistandolo il 5 giugno 1879 dietro esborso di lire 4.351.

In data 24 gennaio 1876 la S. C. per la Disciplina Regolare concesse che il Convento di Anticoli venisse dichiarato luogo di noviziato (a seguito della chiusura di quello della Palanzana in Viterbo) e tale divenne a partire dal 1880 fino al 1906, e di nuovo dal 7 dicembre 1924 (con la vestizione tra gli altri, di un giovane medico-chirurgo di Acireale, che prenderà il nome di frà Francesco; a tutt’oggi indimenticato maestro dei novizi e padre spirituale) al 4 settembre 1969, data dell’ultima professione semplice prima del trasferimento del noviziato a L’Aquila, per la sopravvenuta collaborazione tra Province dell’Italia centrale.
Il Convento venne negli ultimi anni dell’800 notevolmente ampliato con un’ala est per i novizi, e un’ala ovest per i padri, e dotato di un refettorio più ampio, di una nuova biblioteca e di ulteriori luoghi di disimpegno. Nel 1908 vi viene istituito un seminario per le classi ginnasiali, chiuso nel 1917 per mancanza di personale e di aspiranti .
Nel 1904 il Vescovo di Anagni Antonio Sardi, che amava trascorrere alcuni periodi di riposo in un’ala del Convento a lui riservata, nel cinquantesimo della proclamazione del dogma dell’Immacolata, farà restaurare integralmente la Chiesa arricchendola di un nuovo pavimento, di nuove decorazioni pittoriche, ad opera di Ettore Celani, e di un maestoso altare, denominato della SS. Concezione, ornato con statue dell’Immacolata, di S. Francesco e S. Chiara, in noce massiccio (mt 7x4), opera del falegname ebanista Giuseppe Bottini di Anagni.

L’11 gennaio 1941 il P. Maestro frà Biagio da Porciano, vestì dell’abito cappuccino il Prof. Paolo Roasenda, che prese il nome di frà Mariano da Torino, ed emise la professione semplice il 12 gennaio 1942.
Diverrà famoso per la sua evangelizzazione dalla TV dalla metà degli anni 50 fino alla sua morte in fama di santità (27 marzo 1972). E’ stato dichiarato Venerabile il 15 marzo 2008.
Nel maggio del 1944 a motivo della ritirata dal fronte cassinate dei tedeschi e dell’intensificazione dei bombardamenti da parte degli americani, una moltitudine di fiuggini è stata ospitata nel Convento.

Negli anni 1976-79 e 1983 il Convento ha subito interventi massicci di restauro, con totale rifacimento delle coperture e modifiche e adattamenti di ordine estetico pratico.
Nel 1995 l’Architetto fiuggino Baldassarre Daniele in occasione del suo matrimonio ha progettato e realizzato con la collaborazione di diversi artisti locali il nuovo altare per la celebrazione eucaristica con il presidente rivolto verso il popolo.
A motivo del progressivo calo numerico di questi ultimi anni degli appartenenti all’Ordine dei Cappuccini, dal 1994 non vi ha più sede una comunità stabile ed il Convento è stato adibito a Casa di accoglienza, nella quale si offre ospitalità a tutti coloro che vogliono vivere un’esperienza di ritiro spirituale, in ambienti nei quali è ancora viva la testimonianza di una moltitudine di frati dediti alla ricerca di Dio e alla preghiera, allo studio e all’annuncio del Vangelo, alla vita fraterna e al servizio dei poveri… e si può venire a conoscenza di tante buone tradizioni cappuccine concernenti la coltivazione dell’orto, l’allevamento di animali, la cantina e semplici e gustose ricette di cucina.